IN VISITA AL MUSEO EGIZIO DI TORINO
Le classi quarte della scuole primarie de nostro Istituto hanno partecipato all’uscita didattica al museo egizio da cui sono scaturiti diversi percorsi didattici. Eccone alcune.
La IV A sulle tracce degli antichi Egizi
di Roberta Medini insegnante classe IV A L. Manara
L’uscita didattica al museo egizio di Torino del 5 febbraio è stata. Per la IV A di Manara, un’ottima occasione per conoscere e approfondire lo studio di una tra le più affascinanti antiche civiltà.
Il lavoro che ne è seguito, di ricerca, scrittura, progettazione e realizzazione di elaborato e cartelloni sugli antichi Egizi ha entusiasmato e messo in luce uno spiccato spirito d’iniziativa e una notevole disposizione al lavoro di gruppo degli alunni.
I prodotti ottenuti hanno regalato grande soddisfazione ai piccoli storici di IV A e alle insegnanti.
La IV C in visita al Museo Egizio di Torino
Insegnante Marchetti Manuela
Mercoledì 4 febbraio, dopo tanti discorsi sugli Egizi e la loro civiltà, siamo andati in visita al Museo Egizio di Torino. Eravamo tutti gli alunni delle classi IV dell’istituto.
All’arrivo c’era Lara, la guida che ci ha accompagnati nel viaggio alla scoperta di questo popolo, una persona preparata e brava a spiegare e noi ci siamo interessati davvero molto: tante sono state le informazioni ricevute e i reperti che abbiamo osservato.
Il primo reperto che abbiamo visto era una mummia naturale, cioè una mummia di una persona vissuta nel 3500 a.C. che, alla sua morte, è stata sepolta in una buca nella sabbia, nel deserto, che l’ha conservata bene; la sabbia, infatti ha questa capacità di conservazione.
Per fortuna la maestra ci aveva già mostrato qualche immagine alla lim! E’ solo per questo che mi è piaciuta, se no mi sarei davvero impressionato. (Matteo).
Anche io sono rimasto colpito da queste mummie: una aveva ancora i denti, un’altra dei capelli. Mentre le guardavo temevo che aprissero gli occhi e cominciassero a urlare. Mmmm….che paura!!
Mi è molto piaciuto ascoltare la storia del Libro dei morti, un rotolo di papiro con preghiere in geroglifico in cui si descrive e si spiega come superare le prove di accesso all’aldilà perché gli egizi tenevano in grande considerazione la vita dopo la morte. (Pietro)
Lara ci ha fatto scoprire che, a partire dal Medio Regno, nelle tombe venivano messi tanti oggetti, ma anche tante statuine di schiavi, contadini, artigiani, perché tutto poteva servire al defunto per il viaggio nell’altra vita; ho visto un set di statuine fatto di ben 365 pezzi: una al giorno!
Durante questa visita ho scoperto che, nella valle dei re e delle regine, dove si trovano le loro tombe, queste furono costruite non dagli schiavi, come tanti libri scrivono, ma da operai. (Matteo)
Proseguendo ecco la tomba di Kha e Merit. Kha era un architetto importante, infatti ha progettato lui stesso il suo sarcofago e l’ha fatto decorare in oro; Merit era sua moglie.
Il loro corredo funerario era vastissimo: c’erano lamette, ciotoline, il righello/cubito di Kha lungo 52,5 cm, ciabatte con l’infradito, pinzette per le sopracciglia, una specie di mutanda
e la parrucca di Merit conservata in modo spettacolare. (Pietro e Matteo)
Ma la parte che ho preferito è stata la galleria dei re, una sala bellissima e suggestiva, con un’atmosfera calma e coinvolgente: gli specchi di cui le pareti erano ricoperte riflettevano le poche lucine a led, nessuno urlava o correva, tutti erano tranquilli ad ammirare le statue dei faraoni, che erano imponenti, bellissime, grandi.. Che emozione! (Matteo)
Fra queste statue, il pezzo più importante è la statua di Ramses II, infatti è l’unico faraone ad avere
Il viso diverso da tutte le altre statue; la sua caratteristica, infatti, è di essere stato rappresentato come realmente era, mentre gli altri sono tutti uguali, perché dovevano essere belli come un dio.
(Pietro)
Questo museo è veramente bello e interessante e mi è piaciuto immensamente, stimola emozioni di tutti i tipi. Ne sono uscito entusiasta e spero di poter visitare, un giorno, il museo del Cairo. (Matteo e Pietro)